Approfondimenti, Artaud

Aprite le prigioni, congedate l’esercito! (Profilo di Antonin Artaud)

- Autoritratto -

– Autoritratto –

Poeta, scrittore, attore teatrale e cinematografico e uomo di teatro nel senso più ampio del termine (teorico, drammaturgo, regista, scenografo, costumista), indubbiamente Antonin Artaud è stato tutto questo, per i contemporanei e le enciclopedie a venire. Eppure, con ciò non si è detto niente, anzi, si rischia di farlo rivoltare nella tomba: «Chi mi opprime di lettere d’elogi si pulisca su di me nei gabinetti, che sono il solo posto in cui l’io si medita e si confessa veramente per quel che è». I saccenti, del resto, hanno dichiarato fallimentari tutti i suoi tentativi in ogni campo, e molti avranno persino considerato nell’ordine delle cose il suo internamento in un manicomio. Li aveva prevenuti: «Ma da quale sudicia puttana d’imbecillità radicata mi sono sentito dire un giorno che se il conte di Lautréamont non fosse morto a ventiquattro anni, all’inizio della sua esistenza, sarebbe stato internato anche lui, come Nietzsche, Van Gogh o il povero Gérard de Nerval?». (Questi nomi, insieme a quelli di Baudelaire, Rimbaud e Poe, costituiscono per Artaud una comunità elettiva di individui che avevano subito come lui l’ostracismo sociale.)

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